FEDERALISMO ORA!!!!!!!

FEDERALISMO ORA!!!!!!!

mercoledì 8 settembre 2010

Una vergogna il concorso per soli exrtracomunitari, dell'Ospedale Niguarda di Milano

Una vera vergogna, il bando pubblicato dall'ospedale Niguarda, per il reclutamento e l'assunzione di cinque operatori sanitari da inserire nell'organico dell'importante nosocomio milanese.
Perchè? Perchè nel bando pubblicato, si legeg testualmente, un requisito di base per poter essere assunti, è la cittadinanza in un paese non comunnitario. Ergo, se sei un extracomunitario possiamo assumerti, se sei un lombardo non se ne parla nemmeno. E cosi, chiamateli padani, chiamateli italiani, bellamente e senza che nessuno dicesse nulla, ovviamante tranne la Lega Nord, coloro che risiedono e sono nati in questo paese, non possono parteciapre al concorso. Una vera vergonga senza precendenti, una vergogna a cui ogni cittadino lombardo dovrebbe guardare con vera preoccupazione, sta di fatto che quanto accaduto, apre un filone nuovo nel modo di reclutare il pesonale paramedico nella nostra regione. Inutile dire come la Lega Nord abbia già fatto sentire la sua voce, una cosa è certa: i dirigenti del nosocomio, sarebbe meglio andassero a scopare il mare, invece che dirigere una struttura sanitaria cosi importante pr tutta la regione ed il paese. Un ennesimo atto, quello venuto alla luce dalle cronache di oggi, che la dice lunga di come "a ves bon se cuion"!  

martedì 7 settembre 2010

Prove tecniche di ammucchiate elettorali, oltre che di dichiarazioni farneticanti!

Una boiata senza precedenti, uno schifo della politica più becera che il catto comunsmo avrebbe mai potuto partorire in questi giorni e che dà l’idea di cosa sia disposta a fare questa sinistra italiana, pur di sconfiggere il centrodestra, non attraverso i voti, bensì le ammucchiate: ed ecco che la pasonaria Rosy Bindi proporre, nei giorni scorsi, un’apertura dello schieramento di centro sinistra a Fini, proprio in chiave anti Berlusconi. E oggi, (potete leggere l’intervista integrale su affaritaliani.it), Piero Fassino, ex segretario nazionale del Pd, rilancia l’ipotesi per superare il centro destra e porre fine non solo alla legislatura ma anche al berlusconismo, come lui lo definisce. Al di là certo della non scontata novità, preannunciata anche da me ieri, (vedi articolo sotto) c’è un passaggio di Fassino che è degno di una visita psichiatrica per lui e per tutto il suo staff, che ripropongo e che commento nel seguito:

Una probabile alleanza con Fini, come la si spiega agli elettori? (domanda del giornalista.) Risposta dell’esponente PD:"In una situazione di emergenza, alleanze di emergenza. Quando all'indomani del 25 luglio bisognava fare un governo per superare venti anni di dittatura fascista, De Gasperi, Nenni e Togliatti accettarono di sostenere Badoglio che era pure un gerarca del regime ma rappresentava la possibilità di andare oltre".

Dunque, al giornalista che chiedeva a Fassino come poter spiegare ai suoi elettori, una unione elettorale tra la sinistra e la destra finiana, il prode caporione del pd, rispondeva che in sostanza ci troviamo in una situazione di emergenza simile a quella che vedeva l’Italia post bellica in cui, dopo un ventennio di dominazione fascista, bisognava mettersi tutti insieme per il bene del paese. Io mi auguro che Fassino si renda conto di quello che sta dicendo, poiché il contrario sarebbe un atto gravissimo: paragonare infatti l’attuale situazione a quella venutasi a creare nell’immediato dopo guerra, non solo non è corretto ma apre un nuovo capitolo di veleni su tutte le istituzioni che di fatto, Capo dello Stato incluso, avrebbero in questi anni avvallato una sorta di regime fascista da cui oggi ci si deve liberare attraverso una procedura d’emergenza che ricorda appunto quella degli anni successivi alla fine del secondo conflitto mondiale. I novello Badoglio, rappresentato da Fini, potrebbe essere un’alternativa, becera ma comunque un’alternativa peccato però che tre grandi personaggi della politica italiana quali De Gasperi, Nenni e Togliatti, non possono trovare simili eguali in Bersani, Di Pietro e Vendola, i quali, non sono degni nemmeno di lustrare le scarpe ai nomi eccellenti, tirati in causa da Fassino e che fecero risorgere la nazione dopo la guerra. Un’uscita, quella dell’esponente del Pd, che non merita nemmeno di essere presa in considerazione da chi oggi governa, poiché questo dimostra non solo la disperazione ulteriore della sinistra italiana, che, vedendo le urne avvicinarsi, è disposta ad allearsi con il diavolo pur di vincere; non solo è pronta l’ammucchiata che va dall’Udc, a Di Pietro, passando per Vendola, sino ad arrivare ai pochi comunisti, ormai merce rara, che sono rimasti in questo paese. Uno schifo della politica che continua imperterrito e che dimostra ancora una volta come nello schieramento catto comunista abbondino le facce di bronzo, (appellativo che conferisco a lor signori per non essere troppo scurrile), una sinistra a corrente alternata, che si richiama alla democrazia quando è sicura di vincere, ma che le prova tutte, pur di non dar la parola al popolo, quando sente aria di sconfitta. Ora la domanda è: in caso di venuta meno della maggioranza di governo, se la sinistra con Fini e chi più ne ha più ne metta, riuscisse in Parlamento a costruire un Governo delle ammucchiate, non sarebbe un Colpo di Stato dal momento che non si rispetterebbe la volontà degli elettori? A voi ora la parola su questa vergogna!

lunedì 6 settembre 2010

Doverose considerazioni dopo aver ascoltato Fini a Mirabello




Dopo Mirabello, non possono non mancare alcune semplici riflessioni che hanno solo la presunzione di evidenziare alcuni passaggi che poco mi hanno convinto nel discorso del Leader ormai senza partito, Gianfranco Fini. Innanzitutto, vorrei sottolineare il vero problema che si pone di fronte all’uomo che in questi anni ha saputo battere il record per tradimento di idee ed ideali: il federalismo. Finalmente, dopo anni di attesa, si avvera ciò che Umberto Bossi, ormai da molti lustri andava dicendo, ovvero che il delfino di Almirante, non ha mai digerito l’idea di un nuovo assetto istituzionale, quello federale per l’appunto, che cambierebbe radicalmente il modo di poter far politica anche al sud. Sì, perché i costi standard, non permetterebbero più a nessuno di “mangiare” nella grande torta che è lo stato da quelle parti, il federalismo non permetterebbe più di avere, tanto per fare un esempio, la Regione Lombardia con 9,5 milioni di abitanti e 3000 dipendenti e la Regione Sicilia, che di abitanti ne ha 4,5 Milioni, con 25.000 dipendenti pubblici. E si sa, non nascondiamoci dietro un dito, come queste assunzione vengano perfezionate, proprio per ricevere in cambio consenso politico da entrambi gli schieramenti. E dunque Fini sa bene che, senza le solite prebende, il già suo sottile zoccolo duro, si assottiglierebbe ancora di più, riducendo lui ed i suoi fidi deputati, (arrivano tutti dal mezzogiorno), ad un partito da prefisso telefonico, senza né arte, né parte nel paese. Ma il discorso di Fini, per certi versi interessante, cade in vistose quanto abnormi contraddizioni che vengono, peraltro malamente celate, solo dall’oratoria di un politico che, formatosi negli anni, riesce ad attrarre ancora gli illusi, che si possa, con tale uomo ricostruire qualcosa: ho sentito parlare di “codice etico” ovvero, di regole, secondo le quali, chi ha guai con la giustizia, dovrebbe dimettersi dalle cariche pubbliche, cosa assolutamente condivisibile, inutile però constatare che il primo a dover lasciare, sarebbe proprio lui, visto lo scandalo di Montecarlo, oramai assodato, trito e ritrito; ho sentito parlare del diritto a dissentire e ad avere risposte chiare dagli interlocutori politici, (altra cosa giusta e corretta), salvo poi accusare i giornali che in questi mesi gli hanno posto sacrosante domande sull’affaire Montecarlo, di persecuzione mediatica contro lui e la sua famiglia, ho sentito parlare di tradimenti di altri suoi collaboratori; forse ciò che Fini dice è vero, ma non ricorda che proprio lui ha tradito tutto quello, che piaccia o meno, ha imparato da un politico quale Almirante. Insomma, frasi, slogan, invettive contro tutto e tutti, resta in ogni caso il fatto che Fini ieri, dal palco di Mirabello, proprio tutta non ce l’ha raccontata, celando, astutamente ed in modo molto intelligente, quali sono i problemi alla base del suo malessere politico. Per una volta tanto che un governo combatte la mafia, attua riforme politiche epocali, (vedi federalismo), tiene la crisi sotto controllo meglio di tutti gli altri paesi dell’euro zona (vedi dichiarazioni di Barroso ed altri esponenti della finanza europea), si sforza di far quadrare i conti al meglio certo, per la situazione contingente, ecco che arriva il guastatore mandato da chissà chi, a tagliare tutti i ponti e riportare il paese agli antichi fasti, si dell’assistenzialismo becero, agli anni in cui il nord paga ed il sud munge, agli anni in cui in questa italietta, la discriminazione è tra chi si spacca la schiena tutti i giorni e chi invece ha soldi garantiti, pur non facendo una beata fava, dal mattino sino alla sera. Non resta che ringraziare Fini, per aver affossato un lungo e duro lavoro, non resta che ringraziare Fini che da Fascista intransigente, diventa oggi un perfetto democristiano, pronto insieme a Rutelli e Casini a costruire il grande centro, non resta che ringraziarlo per aver dimostrato che tutto, nella politica italiana è possibile, ed oggi un sondaggio di una nota casa demoscopia internazionale, indica, come vero leader dell’opposizione italiana, non quindi i vari Bersani, Bindi, D’Alema o laltri, ridotti al lumicino della politica dai dissidi interni e dai continui veti incrociati, bensì lui, si Fini, è il vero leader della sinistra nel nostro paese, ed anche gli italiani se ne stano ovviamente accorgendo. Rimane il mistero di come, tanti nostri concittadini e non solo, per anni siano dipesi dalle labbra di costui, mentre in molti, noi, eravamo sicuri del suo stile volta gabbana, più volte denunciato. Non resta dunque che attendere e vedere come finirà, certo se questo governo dovesse fare le valigie, il paese avrà perso un’occasione per trovare un nuovo assetto che dia dignità a tutti, rimarrà nelle rovine di Prodi e soci, da cui abbiamo ereditato il peggio del peggio, rimarrà in ogni caso un paese FINI-TO.

mercoledì 1 settembre 2010

Bersani, avrebbe garantito i voti al governo Berlusconi, pur di non andare a votare

Parola di Umberto Bossi che, durante una delle tante chiacchierate con la stampa ad una delle tante feste della Lega Nord, parla proprio di questo importante retroscena che ha dell'incredibile anche se, per chi mastica la politica, lo è sino ad un certo punto. Si, è proprio cosi, dopo il vertice Lega, Pdl di Lesa, nella villa del Premier, il Ministro per le Riforme lancia questa nuova "bomba" nel panorama politico arroventato, non solo dalle alte temperature patite questa estate. E ciò che oggi avvalora questa tesi, a distanza di una settimana dalle dichiarazioni shok el Senatur, è che dal Pd, tutto tace. Infatti il Segretario del Piidino, tirato in ballo da questa questione, non ha voluto, sino a questo momento, replicare a questa accusa e, se vale il detto che "chi tace acconsente" allora fare il classico due più due, diventa ancora più facile. Se poi si ripensa alle percentuali che il Pd ha racimolato solo pochi mesi fa alle elezioni regionali di primavera, si può capire l'estrema paura oggi del centro sinistra, di andare alle urne. Tale scenario peraltro, è perfettamente compatibile con le richieste dello stesso Partito Democratico al Capo dello Stato, secondo le quali, in caso di caduta dell'attuale governo ad opera dei Fli Fli, non si dovrebbe andare a votare, bensì, provare a comporre un governo tecnico, ovvero una bella ammucchiata, pur di non prendere l'ennesima mazzata elettorale, inflitta dalla democrazia del voto. Se poi pensiamo che Bersani pensa di candidarsi a Premier e che la sua candidatura trova  il solo consenso di Rosy Bindi, mentre già Weltroni, Vendola e D'Alema alzano gli scudi contro il segretario Pd, il quadro è veramente completo. Bossi quindi dice ancora una volta il vero, mentre la sinistra, oggi, rimane al palo, dilaniata da un conflitto interno tra comunisti, catto comunisti e chi più ne ha più ne metta nella giungla e nella selva ormai delle sigle post comuniste. Un fatto dunque sembra ormai certo, per la sinistra la democrazia ha un limite, ovvero si deve esercitare solo quando si è sicuri di vincere, mentre quando si è sicuri di perdere, meglio le ammucchiate,  al ricorso al voto, e per questi motivi, il grande Bersani non ha trovato di meglio che offrire, un pugno di deputati a Berlusconi, piuttosto che un confronto con le urne; dunque niente compravendite, cosi come ventilate dai soliti ignoti, per il premier, al governo e alla sua stabilità, in barba in tutti i proclami scritti e dichiarati alla stampa, ci pensa Bersani ed il Pd.

martedì 31 agosto 2010

Il Ministro Maroni in prima fila alla lotta alla mafia, non parole ma fatti

Con buona pace di chi dice che questo Governo e la Lega Nord non combattono la Mafia, ecco i veri numeri che hannno portato ilnostro Ministro, Roberto Maroni, ad essere il Ministro più combattivo, contro le organizzazione malavitose operanti nel paese. Leggete e commentate i numeri che la dicoo lunga su chi combatte la mafia con i fatti e non con le parole, come molti invece continuano a fare da molto tempo. Ecco dunque i numeri significativi: il priodo a cui si riferiscono questi dati è quantificato in 812 giorni di lavoro del Ministro, che coincidono con la l'intera durata del Governo, ovvero dall0 8 Maggio 2008 al 31 Luglio 2010.

6.483 sono i mafiosi catturati, con una media di 8 arresti ogni giorno

26 sono i superlatitanti catturati, che per altro risultano essere tra i 30 più perocolosi

14.900.000.000 di Euro,rappresenta la somma complessiva delle confische alla mafia, con una media di 18,3 Milioni di euro al giorno.

27.461 è il numero dei beni sequestrati, per un totale di 33,6 Miliardi di Euro, con una media di 33 sequestri al giorno



5.338 sono il numero dei beni confiscati per un totale di 2.1 Miliardi di Euro, con una media di 6.6 confische giornaliere


Numeri questi che, coem detto prima la dicono lunga sull'attività del Ministro che, insieme alle nostre forze dell'ordine, hanno saputo, in poco tempo, infliggere di colpi mortali alla criminalità organizzata. Un'azione che merita di continuare e che ha bisogno di essere incrementata. Inutile dire che solo un ministro della Lega può oggi fregiarsi di tali successi, altri dal centro destra,al centro sinistra, nemmeno si avvicinano a questi importanti numeri.


Simone Gelli

lunedì 30 agosto 2010

Finalmente anche in Piemonte un Governatore leghista che lavora per la nostra gente

E il nostro governatore piemontese, Roberto Cota, preferisce i pannolini gratis per tutti i nuovi nati, alle parcelle stratosferiche dell’architetto Fuksas. Che centra direte voi? IL nesso c’è: infatti in questi giorni il neo governatore leghista ha inviato alla Corte Dei Conti, tutta la documentazione relativa alle spese che l’ex Giunta di sinistra, allora guidata da Mercedes Bresso, fece, a favore dell’architetto da sempre colonna della sinistra, per l’appunto il Signor Fuksas. Già, perché per la costruzione del nuovo palazzo della Regione la ex giunta catto comunista ha già versato al noto architetto compagno, più di 22 milioni di euro, cifra considerata esagerata e fuori da ogni logica. Da qui l’idea del nuovo governatore che spiega come, la spesa per poter permettere alle famiglie piemontesi di ottenere i pannolini gratis, si attesterebbe intorno ai 10 – 15 Milioni di euro, molto meno, dunque, di quanto pagato dai compagni al noto architetto. E che sia la Lega a pensare alla nostra gente proprio su una materia come il sociale, e non la sinistra, sia tutto dire in un periodo in cui proprio il Segretario del Pd, Bersani ieri tuonava dalla festa torinese, affermando che il Pd batte la lega 10 a 0. Insomma, una dichiarazione nella bella Torino, che stride con quanto si sta verificando proprio nel Piemonte liberato dal catto comunismo, ma si sa, oggi il Segretario del Pd, sempre più criticato ed isolato all’interno del suo partito, non può fare altro che dare aria alle proprie corde vocali, sperando che qualcuno abbocchi ancora all’arrugginito amo, tanto da far esclamare ad Umberto Bossi proprio ieri ad una festa nel veneto che il Pd non perde se si va o meno alle elezioni prima della fine dell’anno; il Pd,perde perché non lo vota più nessuno.

sabato 28 agosto 2010

La Sicurezza prima di tutto

Sono in via di ultimazione i lavori per l'installazione di otto nuove telecamere che si vanno ad aggiungere alle 12 già attive nella nostra città. osservati speciali i parchi cittadini e alcune nostre vie. Questo nuovo intervento che ha visto come attore principale l'assessorato alla Sicurezza, ha la pretesa di accrescere ancora di più, appunto, la sicurezza nella nostra città. Le telecamere, tutte di nuova generazione consentono agli operatori del Comando di Polizia Locale, di visionare, in tempo reale le immagini di ciò che succede nei punti video controllati, al fine di poter, in caso di necessità, poter intervenire con prontezza e proffessionalità. Contemporaneamente si è inoltre intervenuto sulla banda che regola le immagini presso il nostro comando, affinché le immagini trasmesse fossero le migliori possibili. L'intervento di ampliamento del parco delle telecamere, unitamente al riammodernamento del segnale audiovisivo, hanno avuto un costo complessivo si oltre 40.000 Euro, in parte co finanziati dalla Regione Lombardia. Un altro tassello che si aggiunge al lavoro che la nostra Polizia Locale, ha iniziato due anni or sono, per il riammodernamento delle strutture e degli equipaggiamenti in dotazione, con l'unico fine di garantire una migliore percezione della sicurezza a Magenta. A tale intervento si deve poi aggiungere l'acquisto di due auto "Volvo" che entreranno in flotta nel prossimo Autunno e un ulteriore stanziamento di 20.000 Euro, rispetto allo scorso anno, per il pattugliamento del territorio. Un grande impegno quindi che non può che portare ancora una volta il nostro movimento in prima fila, alla lotta alla criminalità e a favore di una sicurezza costruita sui fatti e non sulle parole.