FEDERALISMO ORA!!!!!!!

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martedì 9 novembre 2010

Fini, un eterno secondo che pensa di essere il primo.

Fini, un uomo ed un programma nutrito di giravolte su se stesso, su quello in cui ha creduto e quello su cui dice di credere. Perché? Perché è scandaloso che lui e i suoi fidi avvoltoi, possano essere così meschini da nascondere al paese la verità, ovvero che vogliono assurgere a nuovo gruppo di potere in Italia, spodestando non solo il centro destra ma rimescolando le carte, rimettendo in gioco una sinistra che come ho già avuto modo dire, risulta essere decotta, senza prospettive, senza leaders e soprattutto senza un futuro chiaro da proporre a questo benedetto paese. (Per la precisione, quando si comincia a discutere con gli ex compagni, solo se ti azzardi ad entrare nel merito di qualsiasi questione, allora sei arrogante e maleducato). Che Fini fosse un volta gabbana, questo lo si era già capito da tempo, quando dopo anni e anni con il braccio destro teso, alla moda del saluto romano, decise un bel giorno che tutto quello era da buttare letteralmente nel cesso e coprirsi il volto con olii profumanti, che potessero dare la parvenza di uomo democratico, non più legato a sinistre parentele di stampo fascista o di estrema destra. Dunque, a Fiuggi si comincia a rinnegare il passato, si crea Alleanza Nazionale, poi ci si lancia nell’avventura con Berlusconi che lo sdogana di fatto, rendendolo uno dei leader politici più importanti nel nostro paese. E se pensiamo che senza Berlusconi, Fini sarebbe ancora a marcire nelle fogne, questo la dice lunga di come e quali siano i rapporti di amicizia e fedeltà nel mondo politico italiano. E che dire, per venire ai giorni nostri del teatrino del nuovo governo con un nuovo programma? Un autentico scandalo, dal momento che solo un mese fa il governo incassava, sui cinque punti rilanciati dalla Presidenza del Consiglio, una fiducia importante nei due rami del parlamento. Ma se pensiamo che a Fini non piaceva il Lodo Alfano perché non inserito nel programma elettorale, allora perché oggi chiede un nuovo governo che non ha passato il vaglio degli elettori, chiede una maggioranza diversa da quella che ha vinto le elezioni e non votata dai nostri cittadini e per finire chiede inoltre un nuovo programma elettorale che non si è presentato al corpo elettorale. E che dire poi di Flavia Perina che ieri sera a “Otto e Mezzo” dichiara che il nuovo movimento di Fini si ispira alla moderna destra europea. Alla faccia, mi dispiace che Fini non si ricordi delle posizioni sull’immigrazione, no perché qualcuno dovrebbe rendere noto ai Fli - Fli che gli esponenti della moderna destra europea, la pensano ben diversamente dal Fini nazionale e dalle sue esternazioni sulla cittadinanza e sul diritto di voto agli immigrati. E fu così che Anghela Merkel, Primo Ministro tedesco, alcune settimane fa ha dichiarato che il multiculturalismo è fallito miseramente e bisogna cominciare a ridare la Germania ai tedeschi, cosi come il Presidente francese Nicolas Sarkosy, ha fatto dell’immigrazione clandestina una battaglia importante, nella Francia certo multi etnica, post coloniale. Ebbene, oggi, se dovessimo stendere un velo pietoso, certo lo si potrebbe porre su Fini in modo categorico; cerchiamo di non cadere nel ridicolo di chi in questi anni ha tradito tutto e tutti, con la speranza che vi siano persone di buon senso che capiscano che Fini ha fondamentalmente due scopi che persegue con tale operazione: il primo, affossare il federalismo, poiché la nascita dello stesso non garantisce i livelli di assistenzialismo che si registrano in talune zone del nostro paese, da cui provengono non solo la quasi totalità dei parlamentari figiani, i quali, senza le giuste prebende, il proprio fondo schiena a Montecitorio, difficilmente potrebbero riporlo in una ipotetica futura legislatura; secondo, comandare un partito e domani il paese. Ambizione quest’ultima nella testa di Fini che non ha capito che gli italiani non sono cosi beoti e che di certo non possono sopportare di avere ancora un Presidente del Consiglio pronto a portare avanti gli affari dei soliti noti e delle solite parti, anziché, per una volta nella vita, privilegiare e non di molto, il nord del paese.  

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